“Dove due più due non fa quattro” Africa parte 2
Salve a tutti. Dopo un po’ di tempo dal suo ricevimento sono riuscito a trovare il tempo di pubblicare la lettera che Elena ci ha scritto dall’Africa con allegate alcune foto….buona lettura e buona visione.
PS: Elena tornerà il prossimo 14 Gennaio…prepariamoci a darle un caldo (vabbè fresco di caldo ne avrà avuto abbastanza) bentornata!!
Ciao carissimi, avevo promesso di aggiornarvi presto ma qui il tempo vola velocissimo. Sono già a metà del mio viaggio e ho visto e fatto tante di quelle cose che mi sembra di essere qui da anni.
L’oggetto della mail è il titolo del libro scritto da Tita, un nefrologo italiano che ho avuto la fortuna di incontrare qui a Tanguieta, un medico speciale che viene qui da tanti anni e che ama l’Africa nonostante tutte le sue contraddizioni, che sono davvero tante.
Ho scelto questa frase perché rende bene l’idea di quello che penso ogni sera prima di addormentarmi: quanto sia assurdo e poco logico che in una terra baciata dal sole tutto l’anno, con alberi e piante che danno frutti nutrientissimi, ricca d’acqua e abitata da bambini, donne e uomini di un’incredibile bellezza, si viva una vita così difficile. La povertà è disarmante, l’igiene non esiste, le donne attraversano le montagne cariche di legna sulla testa per portarla al mercato, con tanto di bambino sulla schiena. Non è comune che la gente pensi alla propria salute o che i bambini vengano accuditi e rispettati come da noi.
Ancora più assurdo poi è rendersi conto che nonostante la vita sia tanto diversa e apparentemente insopportabile, sia molto facile incontrare persone pronte a prenderti sotto braccio facendoti sentire a casa e mostrandoti la parte più bella e emozionante di questo continente. Il grande Seibou, un infermiere dell’ ospedale veramente simpatico e gentile, ci ha fatto scoprire posti da film che facevano dimenticare in un attimo la spazzatura allegramente ispezionata dai maiali, la plastica bruciata, l’ odore nauseante della benzina venduta in bottiglie di vetro cotte al sole. Abbiamo fatto passeggiate in montagna alle 7 del mattino, attraversato veri villaggi africani, con bambini tinti di polvere bianca per bellezza, assaggiato piatti tipici cotti in foglie giganti e buonissimi, fatto il bagno in cascate splendide e rigeneranti. Abbiamo raccolto le arachidi e il cotone.
Qui gli spazi sono sterminati, ci sono capanne di argilla sparse qua e là con i loro fuochi accesi, bambini che ti corrono incontro gridando baturè, che vuol dire bianco, una specie d’insulto ma sparato con dei sorrisi enormi e saluti che non finiscono più. La strada è veramente rossa e l’erba ai lati ormai secca e ingiallita dal sole, la incornicia perfettamente, il cielo è azzurro e immenso e i tramonti sono davvero spettacolari, poi quando viene buio tutto è ricoperto da un manto di milioni di stelle. Non so come spiegarlo ma in certi momenti ho provato una pace e una felicità indescrivibili.
È bello anche ritrovarsi a parlare con giovani e meno giovani della sorte dell’Africa, delle responsabilità di questo popolo e di quello europeo e mondiale per la sua situazione attuale. Ho scoperto dinamiche che non immaginavo e che viste negli occhi di volti ormai amici che le vivono ogni giorno, colpisce dritto alla coscienza. Spero che al ritorno la sensazione di poter cambiare qualcosa nel mio piccolo, non svanisca troppo in fretta.
Anche il lavoro va bene, alti e bassi perché le incomprensioni sono tante ma si impara sempre qualcosa e le risate dei colleghi, che spero di non dimenticare mai, sistemano sempre tutto. I bambini qui non sono proprio la preoccupazione principale ma chissà se potrà essere spunto per qualche progetto futuro.Ho anche provato l’ebbrezza di notti insonni per grandi mal di testa e performance in stile esorcista ma fa tutto parte del gioco, niente malaria tranquilli.
Ah, ho visto anche i leoni, i facoceri, i babbuini e degli uccelli di colori bellissimi da veramente molto vicino.Tutto questo finora l’ho fatto insieme a degli splendidi compagni di strada Italiani, che purtroppo sono partiti. Mi restano i francesi che vanno bene ma a piccole dosi. Vediamo come me la caverò.
Spero che anche voi stiate tutti bene, vi mando qualche foto, un abbraccione e a presto!!
Elena